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Audi A3 Sportback - Caratteristiche, pregi e difetti






AUDI A3 SPORTBACK

Per avere più sprint, sempre turbodiesel c’è l’Audi A3 Sportback 2.0 TDI da 150 CV, affiancata da quella da 184, già in regola con le norme Euro 6. 

Brillanti pure le versioni a iniezione diretta di benzina, anch’esse sovralimentate: 1.2 TFSI da 105 CV, 1.4 TFSI da 122 CV, e, soprattutto, la 1.4 TFSI da 140 CV. 

Completano la gamma la 1.8 TFSI da 179 CV e la S3 2.0 TFSI da ben 300 cavalli (anche queste entrambe Euro 6).




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VERSIONE CONSIGLIATA

La Young ha un prezzo accattivante, ma fa rinunciare – fra l’altro – al sistema che permette di variare la risposta del motore, del cambio e del servosterzo adattandola al percorso e al proprio stile di guida: meglio la Attraction, che offre inclusi nel prezzo pure i cerchi in lega di 16” (in opzione ci sono anche quelli di 17” e di 18”). 

Considerato il carattere “dinamico” dell’Audi A3 Sportback, il motore “giusto” è il 2.0 turbodiesel da 150 cavalli, che rappresenta un valido compromesso fra prestazioni e consumi.

PERCHÉ SÌ

Qualità costruttiva: I materiali dell’abitacolo e la cura per i dettagli è al livello di vetture di categoria superiore.

Estetica: L’aggiunta delle portiere posteriori non ha penalizzato l’equilibrio della linea, anzi: la Sportback è slanciata e grintosa almeno quanto la versione a tre porte.

Guida: Grazie allo sterzo preciso e alle sospensioni solide, fra le curve si viaggia spediti: la A3 è un’auto da famiglia, ma sa divertire.

Sicurezza: Di serie l'A3 Sportback offre sette airbag, e fra gli optional ci sono anche il sistema che avvisa se si esce involontariamente dalla propria corsia e il monitoraggio dell’angolo cieco dei retrovisori.


PERCHÉ NO

Quinto posto: Il divano è sagomato per ospitare al meglio soltanto due persone: un eventuale quinto passeggero viaggia scomodo.

Vani portaoggetti: I ripostigli sono meno di quel che ci si aspetta; inoltre, non è previsto un vano climatizzato.

Visibilità posteriore: In “retro” è meglio affidarsi ai sensori di distanza (che non sono di serie per tutte le versioni): il lunotto è piccolo e la visuale offerta dagli specchietti poco ampia.

Prezzo: D’accordo che la A3 è una vettura ben fatta e in grado di mantenere il valore nel tempo, ma costa cara e di alcuni accessori è difficile fare a meno.

Nuove Audi 2014 - A3 Sportback, Audi A3 Cabrio, AUDI TT

AUDI A3 Sportback, Audi A3 Cabrio, AUDI TT...
   

Cosa dobbiamo aspettarci da questo 2014? Sicuramente, per quel che ci riguarda, diversi input degni di nota. Le grandi case hanno pianificato al meglio l’anno in corso d’opera, per cui sarà possibile ammirare svariate novità.


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In casa Audi si parla da diversi mesi di tre modelli in particolare.

In primis l’attesissima A3 Sportback TCNG a metano, “new-entry” assoluta del listino. 

Senza contare l’A3 Cabrio e la nuova TT, che verrà ufficialmente commercializzata entro fine anno. 

Tra i veicoli appena citati è inutile dire che l’A3 a metano sia di gran lunga la più interessante. 
Audi, infatti, ha deciso per la prima volta di sperimentare questa tipologia di alimentazione. E non è detto ovviamente che sia l’ultima, visto che da diverso tempo l’esigente pubblico di “audisti” reclama a gran voce delle vetture elettriche e a metano.

Audi A3 Sportback a metano.


La parola d’ordine della nuova A3 è essenzialmente una sigla: TCNG. Trattasi di una fusione tra TFSI abbinato a CNG, ovvero i motori di ultima generazione dotati di turbocompressore con doppia alimentazione benzina-metano.


Per dar vita a questa soluzione sono stati installati due serbatoi in materiali compositi nella parte inferiore del bagagliaio (senza intaccare la normale capacità di carico) con una capienza massima di 16 kg di gas naturale. Tutto ciò finisce per influire sull’autonomia in marcia dell’auto, che adesso è di 1300 km. La velocità massima si attesta sui 197 km/h, a testimonianza della buona resa complessiva di questa novità assoluta.



Audi A3 Cabrio 2014

L’A3 Cabrio 2014 può contare sulle consuete motorizzazioni, ma al contempo su diversi particolari innovativi. Rispetto al precedente modello, la nuova serie conta su dimensioni maggiori ed è più bassa. Il bagagliaio ha capienza di 275 litri. Sensibilimente ridotto il peso complessivo della vettura grazie all’utilizzo della nuovapiattaforma MQB e al cofano realizzato in alluminio. La novità motoristica è rappresentata dalla gamma gasolio, visto l’ingresso dell’1.6 TDI 110 CV Ultra.


AUDI TT 2014
Grande incertezza sul fronte Audi TT 2014.

La nuova versione verrà svelata con ogni probabilità a Marzo, nel corso del Salone di Ginevra. Al momento, dunque, si può fare riferimento solo alle indiscrezioni recentemente trapelato.

Per cui le prime anticipazioni riguardano soltanto il profilo estetico dell’auto. La forma sembra essere la medesima del modello precedente, mentre le novità dovrebbero concentrarsi su due fari supplementari, fanali a Led e due terminali di scarico laterali che convergono verso il centro proprio come nella prima serie della TT.

Alfa Romeo Mito e le sue caratteristiche

ALFA ROMEO MITO: Un mito che farà parlare di se anche nell'Olimpo



Alfa MITO è una bella macchina, piccola, che si guida bene. Ha un look un pò strano, ma ha carattere. Voto 8 su 10.

Comfort 6 su 10

La Mito ha una strana abitudine di diventare un scomoda sui dossi e le grandi virate – anche se affronta bene con la roba più piccola in città. Non è enorme, e in fondo a meno di non essere ungiocatore di basket.., ma la sesta marcia così lunga rende i viaggi molto cool.

Prestazione 7 su 10

Il 1.4 litri turbo è una vera chicca super veloce, roba buona: 0-100 kmh in 8sec , 200 kmh , 153 cavalli con l’ overboost. Ci si sente un po ‘più veloce che nella vita reale e il Q2 elettronico differenziale autobloccante funziona bene.

Fattore Trendy 9 su 10

Le vetture di piccole dimensioni con carattere sono di gran moda in questo momento – e la Mito ha punteggi alti. Persone che ricordano l’Alfasud potrebbero provare un po ‘emozione per un mitico modello Alfa più economico, più accessibile.

Qualità 6 su 10

Sembra piuttosto buona su tutta la linea – anche se la longevità è sempre stato il problema dell’ Alfa – vedremo.

Comfort di Guida 8 su 10

Il differenziale autobloccante funziona davvero, in modo che il Mito è una vettura veramente grintosa. Mito ha anche un ‘DNA sportivo’ interruttore che ti permette di modificare la durezza dello sterzo, controllo overboost e di controllo della stabilità, con tre assetti tra ‘dinamico’, ‘normale’ e ‘per ogni occasione’. Quando sterza rimane piatta, con una resistenza nel sottosterzo.

Praticità 8 su 10

Non è una macchina grande, ma lo spazio è adeguato. Uno stile con un poco più di arrotondamento delle forme non ha fatto mai male a nessuno comunque.

Costi di gestione 5 su 10

La Mito è abbastanza a buon mercato – anche se non bisogna dimenticare che Veloce è ‘solo’ un 1.4 – almeno fino a quando non ci sarà una versione GTA. I consumi sono ottimi e pompa C02 per 153g/km, quindi abbastanza bene a differenza delle altre Alfa.

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Ammortizzatori KYB Alfa 159, Berlina e Sportwagon


Ammortizzatori KYB per Alfa Romeo 159


KYB aggiunge alla sua gamma gli ammortizzatori per la Alfa 159, Berlina e Sportwagon (disponibili da subito).
 

Si tratta di ammortizzatori di tipo telescopico e realizzati con tecnologia gas-idraulica.



L’offerta è prevista per le seguenti versioni della “media” del biscione: 1.9 JTS, 2.2 JTS, 1.9 JTDM (con distribuzione a 8 e 16 valvole), 2.4 JTDM 4WD, 3.2 JTS 4WD.

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Acquistare online, fattori e vantaggi


I fattori che spingono ad acquistare online

Quando si parla di e-commerce nessuna categoria merceologica è esclusa: è questa la ragione principale di un successo clamoroso di questa metodologia di vendita, che in Italia ha preso piede più lentamente rispetto ad altri paesi ma che adesso sta velocemente guadagnando terreno, anche grazie al passaparola ed alle felici esperienze di utenti che hanno fatto da "pionieri".




Niente è escluso dai cataloghi, è sufficiente caricare sul proprio sito delle immagini, delle descrizioni, ed il costo di una simile vetrina non sarà forse pari a zero, ma di certo risulterà ridottissimo se paragonato ad un negozio o punto Retail di tipo tradizionale.

Ormai per qualsiasi tipo di necessità siamo portati a cercare su internet prezzi oppure caratteristiche di un prodotto, sia che ci serva un libro, un lettore BluRay per il nostro televisore: possiamo persino cercare degli accessori per auto online!

E quando effettuiamo una ricerca e scopriamo che quel particolare tipo di olio motore che ci serve, o quel manometro introvabile per il tuning auto sta proprio lì, proposto in vendita, e che bastano pochi click per acquistarlo ed addirittura ad un prezzo più basso di quello visto in negozio...ecco che scatta la molla!

Tuttavia, non si deve credere che sia soltanto la politica dei prezzi a spingere all'acquisto, anzi. È uno dei fattori, ma viene dopo molti altri, in una scala che evidenzi le preferenze di un navigatore.
Ed al primo posto c'è sicuramente la credibilità del marchio, non solo quello dell'oggetto da acquistare ma quella del sito che lo sta vendendo. Ci si sente più sicuri ed al riparo da "truffe" se si acquista da un nome noto, pubblicizzato o comunque diffuso ed affermato.
Altro fondamentale fattore è la vastità dell'offerta: un sito di e-commerce che presenti una gamma ampia e variegata di prodotti tranquillizza l'acquirente e lo invoglia proprio a scegliere tra tante categorie, ben predisponendolo all'acquisto.

Prima ancora delle strategie di prezzo, troviamo un altro fattore legato sempre al marchio, ovvero la fidelizzazione. Chi acquista una volta su un sito con soddisfazione è portato giocoforza a ripetere la positiva operazione. 
Ed a questo punto entrano in gioco strategie di vendita personalizzate, come l'informazione tramite l'invio di periodiche newsletter o tramite l'invio di particolari sconti, offerte, promozioni con - ad esempio - i famosi codici buono che tanta gola fanno a chi effettua il proprio shopping online.
Altro fattore che non va assolutamente sottovalutato è quello relativo alla tempistica per evasione d'ordine e sua consegna, ed ai suoi costi.

Da una simile analisi emergono valori che in parte sorprendono, perché ci siamo resi conto che prezzi e costi non vengono prima di ogni altra valutazione per chi acquista online, ma vengono dopo la sensazione di sicurezza che un compratore vuole ritrovare non potendosi interfacciare con il tradizionale commesso o addetto alle vendite.

La sicurezza viene data pertanto dalla solidità di un'impresa, dalla sua notorietà, dalla sua presenza sul mercato da più tempo rispetto a qualche ultimo arrivato non tanto noto.

Ciò non significa però che solo chi abbia già un "nome" possa aspirare alla vendita online: il nome si costruisce, giorno dopo giorno, con pazienza e tanto lavoro, offrendo un catalogo vasto e facendo sì che i primi clienti che si acquisiranno vengano totalmente soddisfatti al punto da ritornare e da raccontare l'esperienza a parenti ed amici, diffondendo la voce.

In questo approfondimento vi spiegheremo come potete acquistare un’ammortizzatore per veicoli industriali seguendo delle semplici indicazioni.

Ammortizzatori: suggerimenti per l'acquisto e consigli per i non esperti.
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La sostituzione degli ammortizzatori in un veicolo industriale, come in qualsiasi altro veicolo, è un'operazione molto importante in conseguenza del fondamentale ruolo svolto da questa componente in un mezzo stradale e in misura maggiore in un veicolo industriale.

Chi è a digiuno di informazioni e competenze riguardanti la meccanica, naturalmente, non si considera in grado di acquistare un ammortizzatore in autonomia.

In questo approfondimento vi spiegheremo come potete acquistare un’ammortizzatore per veicoli industriali seguendo delle semplici indicazioni.

Premettiamo che, se si intende acquistare un ammortizzatore originale, è sufficiente prendere visione del codice riportato sul ricambio danneggiato e rivolgersi ad un rivenditore. Nel caso in cui, invece, intendiate acquistare un ammortizzatore alternativo sarà necessario trovare il codice di concorrenza corrispondente.

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Individuare l’ammortizzatore adattabile al proprio veicolo industriale in sostituzione del componente originale è semplicissimo. Gli ammortizzatori si distinguono per tipologia e in base alle misure. Esistono tre tipologie di ammortizzatori per veicoli industriali, a seconda degli elementi posti alle estremità, che servono per il fissaggio:
  • ammortizzatore anello/anello
  • ammortizzatore perno/perno
  • ammortizzatore anello/perno
Le misure di un ammortizzatore sono le seguenti:

L2DIAMETRO ESTERNO

D2DIAMETRO INTERNO

CA

LUNGHEZZA CHIUSO/APERTO DAL CENTRO DEL FORO
PS


DIAMETRO CUBO

I freni, funzionamento e caratteristiche

In questa sezione illustriamo in maniera molto semplice cosa sono e come funzionano i freni, un elemento indispensabile per garantire la sicurezza sulle strade.
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I freni

Il freno è un dispositivo che serve per diminuire la velocità di un corpo in movimento oppure per arrestarne completamente il moto.
E' noto che quando un corpo si muove possiede una sua energia di movimento che si chiama energia cinetica: la dinamica ci insegna che l'energia non si crea ne si distrugge ma si può solo modificarla; per cui se vogliamo rallentare od arrestare un corpo è necessario trasformare l'energia cinetica di movimento in qualcosa d'altro.

Tutti i freni dunque lavorano con uno stesso principio: dissipare l'energia cinetica di movimento in qualcosa d'altro: calore!

In base al loro principio di funzionamento i freni possono essere:

  • elettromagnetici
  • areodinamici
  • meccanici
Freni elettromagnetici

Un freno magnetico è un dispositivo utilizzato per rallentare un mobile generando correnti parassite per induzione elettromagnetica. La forza di rallentamento interviene senza contatto fra le parti, ed è dovuta alla trasformazione in calore delle correnti indotte. Il freno magnetico è quindi esente da usura.
E' generalmente impiegato sui treni, sui veicoli di grandi dimensioni come autocarri ed autobus e sulle giostre.

Il principio di funzionamento è che quando un corpo metallico si muove all'interno di un campo magnetico si generano delle correnti parassite che si oppongono al movimento. La forza frenante generata dipenderà quindi dalla conducibilità dei materiali, dalla forza e dalla direzione del campo magnetico creato, dalla distanza di interazione, ecc

I freni magnetici possono essere rotanti simili dunque ad un freno a disco molto impiegati nei vagoni ferroviari.


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I freni magnetici possono essere anche lineari molto impiegati nelle attrezzature di fitness oppure nei parchi divertimento nelle torri di caduta o nelle montagne russe: in questo caso il campo magnetico è generato nelle vie di scorrimento.
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I freni magnetici impiegati nei veicoli invece sono a tipo gabbia di criceto formati da uno statore ove si crea il campo magnetico e da un rotore che lo attraversa costituito dall'albero di trasmissione del veicolo stesso. Tuttavia questi non sono dei veri e propri freni ma rallentatori ausiliari.

Freni areodinamici
Il freno areodinamico agisce sul flusso d'aria esterno al veicolo, opponendovi resistenza e comportando quindi un rallentamento. Gli aeroplani utilizzano gli aerofreni a questo scopo. Anche alcuni modelli di automobili, soprattutto sportive, utilizzano questa soluzione sommandola all'effetto frenante dei freni meccanici, per raggiungere decelerazioni ragguardevoli: ad esempio la Bugatti Veyron con questo accorgimento arriva ai 2 g di decelerazione. Le macchine di Formula 1 non lo usano in quanto il regolamento impedisce di adottare parti aerodinamiche mobili.

Per avere un idea del funzionamento questo freno viene di fatto ottenuto anche dai piloti di moto da gran premio che sono soliti esporre il busto dalla carenatura all'inizio della staccata (punto di rilascio gas e inizio frenata): questa operazione genera un grosso carico sugli avambracci che debbono essere ben saldi al manubrio ma permette di aiutare in modo sensibile la decelerazione della moto.

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Freni meccanici
I freni di tipo meccanico utilizzano invece l'attrito che si crea tra due corpi in movimento provocandone di conseguenza anche la loro usura. Sono i più diffusi tra i veicoli e possono essere a tamburo o a disco.

Freni a tamburo

Il freno a tamburo è stato per molto tempo utilizzato ma è oramai soppiantato dal più efficace sistema a disco. Esso è costituito da un cilindro (tamburo) che ruota solidale con la ruota all'interno del cerchione. All'esterno del tamburo (vagoni ferroviari) o più comunemente all'interno un ceppo (ceppo semplice) o due ceppi (doppio ceppo) al comando del conducente si appoggiano al tamburo sfregando per contatto e dissipando così l'energia di movimento.

Tra le superfici di contatto vi è apposto un materiale ad alto potere di attrito e di usura comunemente chiamato pastiglia. Questo tipo di freno è ormai relegato alle vetture di fascia bassa e limitatamente agli assi posteriori.

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Freni a disco
Da anni tutte le case produttrici di mezzi di trasporto siano essi auto o moto. La frenata avviene per la trasformazione dell'attrito in calore grazie alla pressione, generalmente ottenuta idraulicamente, degli elementi di frizione dette pastiglie contenuti in una pinza ai lati di un disco che gira solidale con la ruota.
I freni a disco hanno il vantaggio di dissipare rapidamente il calore che può essere molto elevato quando vengono usati a lungo. Inoltre la forza frenante esercitata da questi freni è di gran lunga superiore a quella che si può ottenere con i freni a tamburo.

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GLI IMPIANTI FRENANTI DEI VEICOLI
Forse pochi sanno che in ogni veicolo esistono tre freni:

1 - Freno di servizio: agisce su tutte le ruote di un veicolo
2 - Freno di soccorso: agisce per il 50% della forza frenante del freno di servizio
3 - Freno di stazionamento: è chiamato anche freno a mano e garantisce il bloccaggio del veicolo in assenza del conducente anche in strade in pendenza (18% per veicoli isolati 12% per complessi)

L'impianto frenante di un veicolo oggi è costituito da un pedale che va ad agire su una pompa a doppia mandata (8). La pompa è collegata ad una vaschetta di espansione per l'olio (9). Da questa pompa partono due condotte che vanno a servire le ruote anteriori (10) e posteriori (3) in modo indipendente. Se tutto funziona correttamente perciò si produce la frenata di servizio.

Se per un malfunzionamento si dovesse rompere la condotta dell'asse anteriore rimarrebbe in funzione quella dell'asse posteriore e viceversa: in questo caso solo il 50% della forza frenante rimarrebbe a ddisposizione che è la frenatura di soccorso.

Il freno di stazionamento da come si può notare è un dispositivo a parte e si aziona con la leva del freno a mano (1) che agisce esclusivamente sulle ruote posteriori (3) tramite dei freni a ceppi (5)
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IL SERVO FRENO

Collegato al pedale del freno vi è il servo freno (7). Questo dispositivo consente di moltiplicare la forza esercitata dal piede del conducente che altrimenti dovrebbe produrre uno sforzo notevole. Nel dettaglio il servofreno è costituito da un ventre diviso in due camere separate da una menbrana. Nella seconda camera vi è un collegamento con i condotti di aspirazione del motore che generano una depressione quando il conducente aziona il pedale. Nella camera opposta invece vi è la pressione atmosferica che agisce spingendo e moltiplicando la forza dell'uomo. Al momento del rilascio del pedale le due camere vengono riportate alla medesima pressione.
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LA FRENATA
Non crediate che basti agire su comando del freno per sapere frenare correttamente. La frenata è probabilmente una delle cose più difficili da imparare della guida di un veicolo in genere. La ragione è che nella frenata entrano in gioco tantissimi fattori:

Tipo e stato di manutenzione dei freni stessi: ogni vettura ha un impianto frenante che è diverso da un altra vettura anche se dello stessa marca e modello poichè il modo di utilizzo e la cura con cui ognuno di noi utilizza il proprio veicolo impartirà ai freni una specie di carattere personale. Ci si accorge di ciò ogni qual volta si prende in uso un veicolo diverso da quello che siamo abituati a guidare.

Tipo e stato di usura del pneumatico nonchè la pressione di gonfiaggio. La forza frenante esercitata dai freni è scaricata a terra dalle gomme per cui il risultato di una frenata dipenderà molto dalle condizioni dei nostri pneumatici. A parità di impianto e forza frenante sviluppata otterremo un risultato migliore con pneumatici nuovi dotati di un buon battistrada e morbidi piuttosto che con pneumatici vecchi ed usurati. Inoltre la pressione di gonfiaggio corretta produrrà una frenata equilibrata mentre al contrario pneumatici sgonfi determineranno sbandamenti al mezzo.

Asfalto, condizioni atmosferiche ed aderenza. Gli pneumatici scaricano la forza frenante a terra per cui sarà determinante l'aderenza. Una aderenza maggiore si ha su asfalti ruvidi, sciutti e puliti mentre al contrario una aderenza bassa si ha su asfalti lisci, bagnati, innevati, ghiacciati o sporchi. Questo determina che a parità di forza frenante su condizioni di bassa aderenza gli spazi di frenatura saranno ampi poichè non tutta questa forza sarà possibile trasmetterla al suolo.

Emotività. Inoltre, cosa non di poco conto, in caso di frenata di emergenza va considerata anche l'emotività del conducente che purtroppo non riuscendo a controllare se stesso in genere produce una reazione eccessiva che ha come conseguenza il bloccaggio delle ruote e la conseguente perdita di controllo del mezzo. Spesso infatti è più opportuno diminuire la forza frenante anzichè aumentarla come istintivamente ci viene da fare: se in fase di frenata il veicolo tende a sbandare anzichè frenare di più bisognerebbe allentare la frenata per ridare direzionabilità alla vettura.

Trasferimenti di carico. Altra cosa da non sottovalutare è che durante una frenata le sospensioni posteriore si scaricano di peso per effetto dell'inerzia del veicolo mentre le sospensioni anteriori sono maggiormente compresse: è ciò che si chiama trasferimento di massa. Pertanto le ruote anteriori freneranno di più poichè possono contare su una maggiore forza di contatto con il terreno. Tale fenomeno è molto più accentuato nei veicoli a due ruote. Questo implica un altra cosa: che una frenata sarà influenzata anche dal carico del veicolo. Un carico mal fissato, che si può muovere, sbilanciato produrrà in fase di frenata delle conseguenze imprevedibili con rischi altissimi.

Effetto fading. Tale fenomeno è più noto come surriscaldamento dei freni. In genere tutti i freni se portati oltre una certa temperatura perdono progressivamente la forza frenante. Pertanto è sconsigliabile l'uso prolungato dei freni per esempio nelle lunghe discese stabilizzando invece la velocità con l'uso di marce basse. In ogni caso è consigliabile una frenata energica che permetta di rilasciare il pedale e dar modo ai freni di raffreddarsi piuttosto che una frenata leggera ma lunga che rischierebbe di portare all'inefficacia dei freni.

La frenata deve essere:
- efficiente: la forza frenante deve essere la massima possibile senza arrivare al bloccaggio delle ruote; in questo caso l'effetto di rotolamento sarebbe sostituito da uno strisciamento che allungherebbe notevolmente gli spazi di frenatura.
- equilibrata: Le ruote devono frenare tutte allo stesso modo per poter garantire stabilità al mezzo; una ruota che freni più o meno delle altre avrebbe come conseguenza la perdita di controllo del veicolo.

Le variabili da imparare a gestire come abbiamo visto sopra sono numerose. Fortunatamente oggi è la tecnologia che ci aiuta in modo determinate in particolare con l'abs.

I MIGLIORI FRENI PER LE MIGLIORI AUTO
Brembo è leader assoluto sul mercato mondiale per la produzione di dischi freno, pinze e impianti frenanti completi e grazie a un inimitabile know-how può spaziare dalla realizzazione di dischi freno per le più diffuse vetture del mercato europeo, americano e giapponese sino ai sistemi frenanti per i modelli più prestigiosi ed esclusivi.
L’alto livello di tecnologia e affidabilità offerto da Brembo si basa sul processo produttivo integrato all’interno dell’azienda, che comprende tutte le fasi del processo produttivo stesso, dalla ricerca e sviluppo al testing, passando attraverso le fusioni e le lavorazioni meccaniche.
A ciò si aggiunge un costante impegno in ricerca e sviluppo che colloca Brembo ai vertici del settore consentendole di eccellere sia nella produzione di dischi e componenti affidabili e duraturi per le auto più diffuse e vendute sia nella fornitura di impianti frenanti d’avanguardia, progettati e realizzati appositamente per le auto più desiderate ed esclusive di ogni categoria.
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Il climatizzatore

Il climatizzatore
Perdite del fluido refrigerante e filtro sporco possono causare il mal funzionamento del climatizzatore.

Se il climatizzatore non è efficiente, meglio fare un controllo, anche in vista delle vacanze, per evitare che la guida sotto il sole abbia gli effetti di una sauna. Se c’è un guasto serio è impossibile non accorgersene: l’abitacolo si trasforma in un forno. Invece, per individuare un problema sul nascere, non resta che far misurare (o farlo da sé, con un termometro di precisione) la temperatura dell’aria che esce dalle bocchette, dopo aver inserito il ricircolo e impostato il “massimo freddo”: se supera i 10°C può esserci una carenza di fluido refrigerante. In tal caso, non basta far ricaricare l’impianto: bisogna individuare l’eventuale perdita (che alla lunga potrebbe causare la rottura del compressore). Spendendo subito una cinquantina di euro, si eviterà di sborsarne un migliaio, magari in pieno agosto.
Il filtro va cambiato. Prima di entrare nell’abitacolo, l’aria passa dal filtro antipolline: si chiama così perchè trattiene particelle piccolissime, come il polline, appunto. Se è intasato, la portata di aria si riduce e aumenta lo sforzo della ventola. Fatelo sostituire ogni 10-15.000 km: costa da una ventina a una sessantina di euro, a seconda del tipo (normale o a carboni attivi) e di quanto sia difficile smontarlo. Evitate di farlo pulire con aria compressa: le polveri più sottili non vengono rimosse.

Lo sterzo

Lo sterzo
Lo sterzo è fondamentalmente l’insieme di quelle parti meccaniche che consentono a un veicolo terrestre di mantenere o cambiare una certa direzione. Il servosterzo è un particolare meccanismo che consente al volante di girare molto più facilmente, senza eccessiva fatica da parte del guidatore.

Le auto in commercio montano dispositivi che funzionano in modo inverso rispetto alla velocità dell’auto, quindi se si va forte lo sterzo “frena”, ovvero è più duro, perché solo così l’auto non sbanda mentre gira; al contrario se si va piano lo sterzo è morbido e gira facilmente.

Questo sistema agisce grazie a un fluido, l’olio, che ammorbidisce lo sterzo e aumenta la capacità di sterzata delle ruote rispetto a quella del volante stesso.

Come eseguire il controllo dello sterzo dell'auto.

1 - La prima cosa da fare per controllare lo sterzo, consiste nel sedersi al posto di guida e osservare il volante stesso. Quest'ultimo dovrebbe essere dritto e non dovrebbe presentare incrinature oppure rotture. SI deve stringere tra le mani il volante e si devono fare dei movimenti dall'alto verso il basso e da sinistra verso destra per constatare che non ci sia nessun gioco.

2 - A questo punto, si può procedere ad un controllo esterno dell'impianto sterzante. Si deve aver cura di sollevare l'auto con dei cavalletti. Una volta stabilizzata, ci si deve infilare orizzontalmente al di sotto per poter osservare la situazione al meglio. Si devono controllare le cuffie parapolvere e quelle che si trovano alle estremità della cremagliera. Si devono schiacciare le cuffie con le dita per vedere che la gomma non presenti delle screpolature..
3 - È necessario controllare anche il giunto dello sterzo. Esso si trova nel vano motore, sotto il cruscotto oppure all'interno dell'auto. Per effettuare questo controllo è necessario l'aiuto di un'altra persona che possa girare il volante mentre osserviamo la zona interessata. Ciò permette di verificare se c'è gioco oppure se ci sono perdite.

4 - Infine, l'ultimo controllo da eseguire riguarda il servosterzo, ammesso che l'auto ne disponga. Per esso è importante verificare che non ci siano perdite, Ci si deve munire di una torcia con cui poter osservare accuratamente tutti i tubi che contengono il liquido idraulico. Se si nota una piccola perdita, si devono stringere gli organi di fissaggio oppure ci si può rivolgere ai professionisti del settore.

Questi sono alcuni validi consigli da poter seguire se si vogliono effettuare dei controlli alla maniera fai da te. 
Per dei controlli più approfonditi, oppure se si dovessero presentare delle problematiche, è consigliabile rivolgersi al personale esperto in materia.

Il filtro olio

Il filtro olio

Il filtro olio sulla nostra auto serve a filtrare l’olio motore.

Ma com'è fatto, come funziona e ogni quanto va sostituito?Per cominciare però, vediamo innanzitutto perché l’olio deve essere filtrato.

L’olio, come sappiamo, serve principalmente a lubrificare ma, in parte, anche a raffreddare e pulire il nostro motore (approfondiremo l’olio motore a parte).
Durante la sua attività infatti il motore produce piccole particelle metalliche a causa della normale usura e dello sfregamento delle parti meccaniche. Alcuni residui inoltre, possono derivare anche dalla combustione e, specie se l’auto è nuova, dalla fabbricazione del motore stesso.
L’olio quindi, durante la lubrificazione, raccoglie questi materiali e li deposita nella relativa coppa.
Questi materiali, pur se di piccolissime dimensioni se non addirittura microscopici, possono, col passare del tempo, compromettere la durata e il rendimento del nostro motore.

Il filtro ha quindi la funzione di trattenere le impurità presenti nell'olio dopo che quest’ultimo è stato pescato nella coppa dall'apposita pompa e prima che arrivi al motore.

Ma quali sono i tipi di filtro olio più usati?
Il tipo di filtro olio più utilizzato è senza dubbio quello meccanico, ne esistono anche di altri tipi (magnetico, a sedimentazione, a centrifuga..) ma li lasceremo da parte in quanto poco utilizzati se non addrittura abbandonati.

Il filtro meccanico è quindi presente nella maggior parte dei veicoli, pulisce l’olio grazie a uno speciale tipo di carta che trattiene tutte le impurità e i residui metallici presenti al suo interno. Questo tipo si divide ancora in due tipologie, la prima è composta da una semplice cartuccia di carta, a immersione, mentre la seconda è composta da una serie di parti inserite in un involucro di metallo.

 
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Il filtro a “immersione” è molto semplice, è composto solamente dalla parte filtrante sorretta da una struttura apposita e viene inserito in un alloggio a forma di bicchiere, fissato sul blocco motore. Questo filtro viene venduto solitamente con una guarnizione ad anello da sostituire a quella vecchia.

Diverso è il discorso per il filtro “metallico” invece. Quest’ultimo è composto da una serie di parti, come vediamo nell'immagine, racchiuse dentro un contenitore di acciaio che viene direttamente avvitato sul blocco motore.

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Vediamo ora, in modo molto semplificato, come funziona un filtro olio motore
Come abbiamo accennato precedentemente, l’olio viene pescato dalla coppa tramite la relativa pompa e viene incanalato e spinto verso il nostro filtro. A questo punto, tramite appositi forellini, entra all’interno del contenitore che ospita il filtro, passa attraverso la membrana filtrante che trattiene le impurità ed esce, pulito, da un foro centrale più grande che lo direziona verso il motore.

In questa immagine potete vederne graficamente il meccanismo:

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Cosa succede se il filtro dovesse intasarsi e quali possono esserne le cause?
Capita a volte che l’olio non riesca ad attraversare la membrana filtrante, questo può essere dovuto ad un intasamento del filtro per via dell’accumulo di detriti, causato, il più delle volte, da una scarsa manutenzione. Quello che molti però non sanno è che l’olio fatica a passare attraverso la membrana anche nel caso in cui la temperatura sia troppo bassa, in quanto, troppo denso.

E quindi, in questi casi, non arriva più olio al nostro motore?

Certo che no, questi filtri sono appositamente studiati per ovviare a questo problema. E’ infatti presente, all’interno del filtro stesso, una valvola by-pass che, grazie a un’apposita molla tarata, permette all’olio di defluire verso il motore qualora venisse superata una certa pressione causata dai precedenti motivi.
Il problema, in questo caso, è che l’olio non viene filtrato e arriva quindi sporco al motore.

Ogni quanto va cambiato quindi il filtro olio?

Per non incorrere in questi problemi e per garantire il corretto funzionamento del motore, è consigliato sostituire il filtro durante ogni cambio olio. Attenetevi naturalmente alle tempistiche consigliate dalla casa costruttrice per effettuare la sostituzione di olio e filtro olio, ma fatelo almeno, indicativamente, ogni anno oppure dopo 15-20.000 km massimo.

Come va sostituito?

A questo proposito vi rimando alla seconda parte della guida su come cambiare l’olio motore, dove mostro come cambiare anche il filtro olio (metallico in questo caso).

Il filtro olio si svuota a motore spento?

No, è infatti presente un’apposita membrana anti-reflusso, posizionata sotto i forellini di entrata, che sigilla questi ultimi nel momento in cui finisce la spinta di olio (ovvero quando spegniamo il motore).
Questo accorgimento evita che il filtro si svuoti e che debba riempirsi nuovamente al prossimo avvio causando quindi, anche se solo per qualche secondo, uno scarso afflusso di olio al nostro motore.

Bisogna smaltire anche il filtro olio?

Certo che si! Sia il filtro metallico che quello a immersione, anche se più facile da smaltire, vanno portati, insieme all’olio motore esausto, al centro di recupero più vicino a casa vostra, in quanto molto nocivi per l’ambiente!

Conclusioni

Questo è, in modo molto semplificato, quello che dovreste sapere sul classico filtro olio motore.

Il generatore auto

Il generatore auto
Il generatore auto è un componente dell'impianto elettrico dell'automobile che serve a convertire l'energia meccanica del movimento dell'albero motore in energia elettrica a bassa tensione (12 Volt). Il generatore è sostanzialmente un alternatore. Nei vecchi modelli erano utilizzate anche le dinamo. L'energia meccanica dell'albero motore viene trasferita al generatore tramite una cinghia trapezoidale, consentendo in tal modo all'alternatore di generare elettricità. L'elettricità prodotta dal generatore consente di alimentare tutti i dispositivi dell'impianto elettrico dell'automobile (fari, autoradio, ecc.) e ricaricare la batteria auto. La cinghia trapezoidale è un componente molto importante dell'automobile. Con il tempo e l'usura tende ad allentarsi riducendo l'elettricità prodotta dall'alternatore e causando una insufficiente alimentazione dell'impianto elettrico. In questa situazione la ricarica della batteria non è completa e la batteria auto tende a scaricarsi. E' quindi consigliabile far verificare periodicamente la cinghia in officina e procedere alla sua sostituzione.

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