Il freno a tamburo
Sulla maggior parte delle auto attualmente vengono impiegati freni a tamburo, sulle ruote posteriori e freni a disco su quelle anteriori. Alcune auto meno recenti, e anche qualche vettura attuale (la Fiat 126 e certe versioni della Mini, per esempio), dispongono di freni a tamburo su tutte e quattro le ruote. Si tratta, comunque, di vetture utilitarie, capaci di velocità non molto elevate. Normalmente, però, per le ruote anteriori si preferiscono i freni a disco, perché garantiscono una migliore frenata: sono più leggeri di quelli a tamburo e, aspetto ben più importante, disperdono il calore molto più facilmente. Sulle ruote posteriori si preferisce utilizzare i freni a tamburo per la loro azione più progressiva, per la loro maggiore economicità e, soprattutto, perché è più facile utilizzarli anche come freno a mano.L'interno del freno
I componenti di un freno a tamburo
I principali componenti di un freno a tamburo sono due ceppi curvi (detti usualmente ganasce), ricoperti con materiale di attrito e vincolati a una piastra (piastra portaceppi) collegata alla parte fissa del veicolo, e una parte rotante in ghisa chiamata tamburo.
Sulla piastra, tra i due ceppi, vi sono anche uno o due cilindretti idraulici con il relativo pistone, e, sui freni posteriori soltanto, il dispositivo di comando meccanico che è azionato dalla leva del freno a mano.
II tamburo è fissato a una flangia del mozzo (talvolta questi due organi costituiscono un pezzo unico) e gira insieme alla ruota. La piastra portaceppi, invece, è collegata all'assale o alla sospensione e non può ruotare.